venerdì 11 maggio 2012
dalla cenere alla cenere
restò solo la cenere di quei sigari acquistati a caro prezzo.
Qualche giorno fa entrai in tabaccheria con l'intenzione di acquistare qualche sigaro
per delle fumate buone (non ottime, non posso permettermelo);
nelle ore precedenti alla visita, accuratamente preparai una lista con quantità, tipologia, prezzo e totale...
ecco quel totale era un po' alto. Taglio di qua, cambio qualche tipo di sigaro con altri, riduco la quantità
- vuoi che mi fumi un box di 898 tutto in un colpo! - accuratamente selezionai marca e
vitola pensando a quali momenti e in quali giorni avrei potuto fumare e godere di qualche ora
libera per me.
Vestire da serva e fare i famosi conti... questo lo spirito prima di trovarmi là, nel luogo dove, come un bambino nel parco giochi, potevo divertirmi.
I giochi da grandi sono anche questi: il desiderio del provare, del vedere nuovi sigari che preannunciavano fumate sublimi, deliziose. La bramosia nel vedere tante e colorate scatole, tutte contenenti un esercito di soldatini, ben allineati, sull'attenti, desiderosi solo di uscire per essere bruciati.
E già la fine la si conosce e la si può insindacabilmente sapere: cenere.
Il tutto passa da una parabola in cui il desiderio cresce, aumenta, stimola il cervello e mette di buon umore: l'accurata scelta ora è divenuta realtà; si ha tra le mani il prodotto di una terra lontana, frutto dell'esperienza di secoli.
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