febbraio 2014... un periodo calmo per le nuove uscite sigarofile.
Ma cosa è successo negli ultimi mesi?
una marea di novità, nuovi brand, nuove vitole, nuove edizioni limitate.
A star dietro a tutto, il fumatore attento si è forse dimenticato di cosa fumava prima?
Perché prima fumava, tanto come oggi e tanti altri sigari... quei sigari che ora ha trascurato.
Che sia la smania della novità novità novità ad attirare e a gonfiare le casse degli importatori?
E' un modello di business che i cubani hanno ben imparato: fai 3 o 4 sigari nuovi all'anno in edizione limitata, ogni tanto uno in edizione regionale, fai qualche taglio di quà e rianilli dei sigari usciti tempo fa (che però non sono mai usciti dai magazzini) e ci appiccichi, ma sì tanto il fumatore ci casca, una seconda anilla che dà quel tono in più che serve.
Ma come nell'analisi di un sigaro ci sono fattori oggetti e soggettivi, nel momento del acquisto quale è lo stimolo che si dà al consumatore per invogliarlo a comprare?
Basta dire novità? Il risultato sarà che i primi box di sigari di ogni novità andranno esauriti, il fumatore consapevole comprerà solo ciò che gradisce la prossima volta... ma se entra e trova un'altra novità? ecco il circolo vizioso del nuovo.
Il fumatore storico invece, affezionato a poche marche selezionate, ha forse ragione nel dire che è meglio investire e godere di quei prodotti che da anni lo portano a godere ogni puff?
Forse non sprecherà danaro negli acquisti, sarà monotono agli occhi di altri fumatori.
In un mondo che corre e corre, serve realmente correre anche nel mondo del fumo lento?
la dimensione slow del fumo viene forse meno?